Durante uno dei numerosi workshop a cui partecipo ho avuto modo di approcciare il metodo Lego Serious Play.

Fin da piccola ero negata per le costruzioni, quindi sono partita prevenuta, ma mi sono divertita e ho trovato molti legami con il mondo della psicologia e del coaching, perciò ora voglio condividere con voi questa esperienza.

Lego Serious Play è uno strumento che può essere utilizzato dai consulenti delle risorse umane al fine di facilitare scambi di comunicazione. Le sole parole, post-it o i classici giochi di ruolo che si utilizzano durante le riunioni o i corsi di formazione in azienda rimangono sempre a un livello razionale e controllato, mentre giocare coi mattoncini smuove corde più emotive e creative. Gli ambiti di applicazione possono essere molteplici per noi psicologi del lavoro: nella formazione esperienziale, nei team building, nella selezione del personale o nell’orientamento i Lego possono risultare strumenti utili per conoscere meglio le persone al di là del mero curriculum.

Il metodo Lego Serious Play nasce alla fine degli anni ’90 in risposta al rischio di fallimento dell’azienda Lego a causa dell’avvento dei videogiochi. Due docenti della Business School di Losanna ebbero dunque l’intuizione di usare i mattoncini Lego non più solo come gioco per bambini ma come gioco “serio”, per adulti, rendendolo metodologia di sviluppo organizzativo. L’obiettivo principale è quello di condurre i partecipanti a costruire con le proprie mani un modello tridimensionale di un concetto o problema, sia esso di carattere strategico, operativo o relazionale. Ciò che si rappresenta coi Lego non è altro che una metafora: il linguaggio metaforico aiuta l’individuo a trattare tematiche complesse e delicate, e facilita la negoziazione e la riduzione del peso di eventuali conflitti personali.

L’assunto di base di Lego Serious Play è il poter “pensare con le mani”: l’80% delle nostre connessioni neurali sono, infatti, tra mani e cervello. Attraverso ciò che creiamo con le mani possiamo esprimere qualcosa che a parole non riusciremmo. Ecco perché spesso le idee migliori ci vengono quando facciamo lavori manuali: pittura, bricolage, o semplicemente facendoci lo shampoo.

L’attività si svolge con l’aiuto di un facilitatore che chiede di rappresentare un concetto specifico attraverso una costruzione coi mattoncini Lego. I partecipanti, con una canzone di sottofondo (la musica è funzionale al libero fluire delle idee) costruiscono il loro modello. Successivamente lo condividono raccontandolo al gruppo. Questo fa mettere in campo capacità di storytelling e di ragionamento analogico individuando nessi e associazioni, analogie e confronti. Grazie a domande strategiche del facilitatore o dei colleghi, sono poi invitati a riflettere su quanto costruito, e a porre attenzione su alcuni dettagli.

Il metodo prevede, inoltre, la creazione di un modello condiviso, cioè la costruzione di una storia che connetta insieme tutti i modelli costruiti dai membri del gruppo, ottenendo uno scenario plastico e tridimensionale complessivo. Questo mette in gioco abilità di team working e di utilizzo del pensiero strategico per risolvere i problemi attraverso l’intelligenza collettiva.

La forza di Lego Serious Play sta nel riuscire, attraverso un’attività divertente e mai competitiva, a dare voce alle persone a prescindere dalla loro competenza, ruolo, status o funzione. Ognuno ha democraticamente il proprio spazio per apportare un contributo individuale.

Spesso sono le mani a creare nuove soluzioni…e  i risultati sono sorprendenti!